Spazio all’esperto: Intervista alla Dott.ssa Orliana Fenga

La Dott.ssa Orliana Fenga è una pedagogista, educatrice e consulente pedagogico presso l’associazione Sweet Home di Rapallo. E’ referente per la tutela e la divulgazione delle professioni pedagogiche.

In questa intervista la Dott.ssa Fenga ci aiuterà a capire come la Metodologia della ricerca pedagogica può essere utile all’educazione digitale.
Seguendo questa intervista riceverai spunti di riflessione utili per una corretta educazione al digitale per tutta la tua famiglia. Di seguito alcuni passaggi significativi:

Crismer

Dott.ssa Fenga, cosa significa fare ricerca pedagogica tenendo presente il focus della mia rubrica, educazione digitale? Nella sua ricerca “Metodologia della ricerca pedagogica e l’educazione digitale” descritta nella sua raccolta ‘Tutta colpa delle mamme”, ha descritto ed espresso la sua visione dell’oggi e del futuro tecnologico rispetto all’educazione…

Dott.ssa Fenga

Tutto cambia intorno a noi e anche il linguaggio cambia, oggi infatti ci troviamo difronte ad un novo linguaggio, quello digitale.

Nella mia ricerca che sto conducendo (libro tutta colpa delle mamme), cerco di trasmettere quelle buone pratiche educative che comprendono in modo particolare anche quello digitale.

Evidenzio la situazione di grave rischio a cui il femminile si trova ad affrontare ma allo stesso tempo come ha davanti a se una grande opportunità per l’educazione delle generazioni future…

La sfida di oggi

Un educatore non può esimersi dal conoscere come oggi i giovani creano la propria identità, che ormai avviene appunto attraverso strumenti digitali, un mondo virtuale che spesso va a confondersi con quello reale. L’affermazione della loro identità non avviene più come una volta, ma in modo diverso che devono essere conosciute.

Crismer

Durante l’intervista si sono affrontati diversi temi, tra cui il disagio che i genitori stanno vivendo nell’affrontare l’educazione dei loro figli che come si accennava prima, ormai stanno cambiando rispetto alla nostra generazione.

Il loro modo di comunicare, interagire, provare emozioni è cambiato e lo sarà sempre di più per cui il genitore si trova ad affrontare una nuova sfida, educare mediante linguaggi nuovi che però non conosce o conosce poco.

Gli strumenti 

C’è da dire che la società in cui viviamo non ci da gli strumenti necessari per affrontare con serenità e consapevolezza questa nuova fase della nostra società, primo fra tutti il fattore tempo. Più si va avanti e meno tempo si ha a disposizione e questo non è certo un punto favorevole.

Per poter impartire una buona educazione anche nel contesto digitale occorre tempo, pazienza e determinazione ma tutti questi elementi vengono pian piano a mancare proprio perché il genitore una volta a casa dopo una giornata di lavoro  si sente stanco, a volte esausto e non ha ‘voglia’ di affrontare altro.

I genitori non devono sentirsi in colpa, perché fanno del loro meglio per essere presenti; certamente con una buona organizzazione e forse con qualche rinuncia in più si può fare ancora meglio.

Dott.ssa Fenga

…I genitori devono fare uno sforzo in più per interessarsi della vita dei lori figli; ad esempio quanti genitori conoscono il programma triennale della scuola che frequenta il proprio figlio?

Spesso i genitori rimangono in superficie, non riescono a stare al passo con tutte le attività che hanno da seguire, questo complice anche una società come già dicevamo che non aiuta.
Occorre però fare uno sforzo per essere dei buoni collaboratori e partecipare attivamente alle attività scolastiche dei propri figli, chiaramente nel limite del possibile.

Oggi le scuole hanno molti progetti che possono contribuire alla crescita dei vostri figli, ma occorre conoscerli e sfruttarli nel modo corretto. La scuola ha un ruolo molto importante nella crescita dei bambini, ma non dimenticare che sei tu genitore che devi essere in prima linea, sei tu l’educatore principale dei tuoi figli.

Crismer

OMS e regole di educazione digitale

La discussione poi si è soffermata su come l’OMS è intervenuto nel dare delle direttive chiare ad esempio sull’uso dei videogiochi, che con le nuove tecnologie sono diventati compagni inseparabili delle vite dei ragazzi che spesso si ritrovano a trascorrere ore davanti agli schermi.

Cosa può fare un genitore? Come può limitare il tempo che i l’oro figli trascorrono a giocare con il loro videogioco preferito? Ci sono dei suggerimenti utili ? ….

Se da una parte l’OMS ha dato in questi ultimi mesi delle linee guida chiari anche sull’uso degli smartphone da parte dei bambini, ci lascia un po perplessi per quanto riguarda l’uso di alcuni videogiochi violenti e con caratteristiche non sempre adatte all’età dei bambini e preadolescenti.

Questo è il motivo per cui il genitore deve essere in grado di educare il proprio bambino sin dalla tenere età a saper scegliere i contenuti che possono essere utilizzati dai vari device e quali devono essere scartati.
D’altra parte viviamo in una sistema che si basa su consumismo e non si fa scrupoli nel proporre contenuti di qualsiasi tipo pur di ‘vendere’ e fare profitto.

Chiaramente fare il genitore in un contesto di questo tipo, dove non occorre vigilare solo nella vita fisica dei nostri figli ma soprattutto nella loro vita virtuale,  è comprensibile che a volte ci si sente impreparati e sconfitti.

Ma questo non deve diventare un deterrente per non fare nulla o demandare queste responsabilità alla scuola.

Dobbiamo investire il nostro tempo sulla risorsa più preziosa che abbiamo, i nostri bambini che saranno gli adulti del futuro, per cui non possiamo e non dobbiamo risparmiarci.

Prosegui questo percorso seguendo le successive due parti dell’intervista “Metodologia della ricerca pedagogica” andando sul mio canale YouTube ‘spazio all’esperto..