Come difendersi dal Cyberbullismo

In articoli precedenti ho preso in considerazione l’argomento del cyberbullismo da diversi punti di vista, con l’obiettivo di partire dalla sua definizione per poi capire come riconoscerlo e combatterlo. Tema principale è sempre lo stesso: “come difendersi e combattere il bullismo in ogni sua forma anche quella ‘digitale’ definito cyberbullismo.

Riporto di seguito i link ad alcuni dei più significativi articoli correlati:

  1. Come combattere il cyberbullismo
    https://www.crismerlapignola.com/blog/come-prevenire-e-combattere-il-cyberbullismo/
  2. Bullismo e cyberbullismo nelle scuola
    https://www.crismerlapignola.com/blog/il-bullismo-e-cyberbullismo-nelle-scuole/
  3. Cyberbullismo e forme di prevenzione
    https://www.crismerlapignola.com/blog/cyberbullismo-e-forme-di-prevenzione/

Vorrei ripartire dalla definizione di Cyberbullismo data dalla prima legge creata in Europa. Mi riferisco alla Legge approvata dal parlamento Italiano  il 18 maggio 2017, la legge 71/2017, “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo.

Ai fini della presente legge, per «cyberbullismo» si intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.

Per la prima volta quindi, abbiamo una defezione legislativa su un fenomeno che trae le sue radici da un altro fenomeno molto simile, il bullismo.
Molto importante è altresì partire dalla definizione del Bullismo per poi fare un chiaro confronto con il cyberbullismo.

Si definiscono bullismo tutte quelle situazioni caratterizzate da volontarie e ripetute aggressioni mirate a insultare, minacciare, diffamare e/o ferire una persona (o a volte un piccolo gruppo).

Non si fa quindi riferimento ad un singolo atto, ma a una serie di comportamenti portati avanti ripetutamente nel tempo, all’interno di un gruppo, da parte di qualcuno che compie azioni o dice cose per avere potere su un’altra persona.

Queste aggressioni spesso avvengono o iniziano negli ambienti di aggregazione dei ragazzi: da quello scolastico, a quello sportivo, a tutti gli altri ambienti in cui si ritrovano.

Se si limitano alla quotidianità e alla vita offline dei ragazzi sono forme di bullismo.
Se però queste prevaricazioni si estendono anche alla vita online, si parla di cyberbullismo.

Il Cyberbullismo si realizza attraverso l’invio di messaggi verbali, foto e/o video tramite smartphones, pc, tablet (su social network, app, chat, …) ed ha come effetto quello di insultare, offendere, minacciare, diffamare e/o ferire.

Per approfondire i due fenomeni, rimando agli articoli che ho citato all’inizio. Ora siamo pronti per affrontare il tema di questo articolo, ossia come difendersi dal Cyberbullismo?

Come difendersi dal Cyberbullismo.  La Scuola

Poco fa ho citato la legge n. 71 del 29 maggio 2017, proprio perché essa rappresenta il primo e più importante strumento da cui partire per comprendere come la Scuola può difendere un ragazzo da questo fenomeno.

A questa legge si aggiunge un recente aggiornamento sulle linee guida.

Mi riferisco all’aggiornamento “2021 delle Linee Guida per la prevenzione e il contrasto del bullismo e cyberbullismo (Decreto ministeriale 18 del 13 gennaio 2021 emanato con nota 482 del 18 febbraio 2021) che consente a dirigenti, docenti ed operatori scolastici di comprendere, ridurre e contrastare i fenomeni negativi che colpiscono bambine e bambini, ragazze e ragazzi, grazie a strumenti di comprovata evidenza scientifica.

Cosa c’è di nuovo

Di seguito i principali aggiornamenti, rispetto alla versione precedente delle Linee di Orientamento (2017):

  • strumenti utili e buone pratiche per contrastare i fenomeni del bullismo e cyberbullismo:
  • progetto Safer Internet centre-Generazioni Connesse;
  • formazione e-learning docenti referenti Piattaforma ELISA (e-learning degli insegnanti sulle strategie anti bullismo);
  • indicazioni di procedure operative da realizzare tramite azioni efficaci, suddivise a loro volta, in “prioritarie” e “consigliate”;
  • modelli di prevenzione a molteplici livelli (universale-selettiva e indicata) ed esempi di attuazione;
  • invito a costituire Gruppi di Lavoro (Team Antibullismo e Team per l’Emergenza) a livello scolastico e territoriale, integrati da figure specialistiche di riferimento, laddove si è impossibilitati per ragioni oggettive, si invita a costituire reti di scopo;
  • protocollo d’intervento per un primo esame dei casi d’emergenza;
  • raccomandazioni e responsabilità degli organi e del personale scolastico;
  • evidenza sui siti scolastici istituzionali dei referenti del bullismo e cyberbullismo;
  • appendice con modello fac-simile di segnalazione di reato o situazioni di rischio a Forze di Polizia/Autorità giudiziaria.

(Quì il sito di riferimento del MIUR)

Da come si può osservare da questo aggiornamento e dalla legge n.71 del 2017 Il ruolo cui il docente viene rivestito, anche in termini di responsabilità, è notevole, almeno sulla carta.

Quello che invece le statistiche ci confermano è che sono ancora molte le scuole che non hanno previsto questa figura all’interno del proprio organico, o ancor peggio, risulta essere solo una figura dovuta, per Legge appunto, in taluni casi impreparata a svolgere il ruolo assegnato, perché ancora non formata.

In molti casi, invece, avviene che il corpo docente ignori completamente la figura perché semplicemente non è stata informata della sua presenza nell’Istituto e che quindi manchi un vero e proprio protocollo d’intervento.

Il risultato è che nel caso in cui si debba affrontare un caso di cyberbullismo non si sappia come intervenire e che le informazioni non arrivino al referente, il tutto verrebbe dunque gestito in completa anarchia.

Inoltre, dall’anno scolastico 2018/2019 il MIUR ha previsto un “team bullismo” che vada a supportare le azioni del referente, composto dal referente, appunto, un altro docente e da un componente del personale ATA.

A questo si aggiunga l’obbligatorietà di integrare il Regolamento d’Istituto con le nuove disposizioni in materia di cyberbullismo, compreso il patto di corresponsabilità, siglato tra scuola e famiglia.(Rif. Dalla guida: “Bullismo? No, grazie!”)

Laprima arma a disposizione della Scuola per “difendersi” contro il cyberbullismo è la prevenzione che si deve concretizzare con la sensibilizzazione e formazione degli Insegnanti’ e degli studenti.

Se sei un insegnante hai molti modi per aiutare i tuoi studenti che si trovano in situazione di bullismo o cyberbullismo (sia aggressori che vittime).

Un primo modo è sicuramente stabilire un dialogo con loro. Crea dei momenti strutturati di scambio di esperienze all’interno della tua classe.

Potrebbe essere una riunione al mese in cui potersi confrontare e in cui leggere e commentare alcuni testi che riguardano tematiche relative al bullismo.

Potresti affidare dei ‘compiti’ ai ragazzi che ritieni coinvolti in queste dinamiche. Ad esempio, puoi chiedere ad alcuni studenti di leggere un testo e parlarne davanti a tutta la classe commentandolo e argomentando con la propria opinione.

Oppure, se preferisci una modalità più creativa e meno convenzionale, potresti chiedere di preparare una sorta di ‘gioco di ruolo’, di recita in cui la vittima si ritrova nel ruolo del bullo e l’aggressore è messo ‘alla corda’ proprio dalle sue ‘prede’.

Il ‘pubblico-classe’ potrà alla fine suggerire modalità e soluzioni per uscire dalla situazione nel modo migliore.

Unsecondo aspetto è quello di restare aggiornati sull’argomento e fare riferimento a siti istituzionali e di esperti che quotidianamente pubblicano aggiornamenti e news. Di seguito evidenzio alcuni tra i più importanti strumenti operativi che un insegnate ha a disposizione.

Strumenti operativi per prevenire e combattere il cyberbullismo

  1. Sito web ‘Generazioni Connesse
  2. SIC ITALY III – Safer Internet Centre, collegato a generazioni connesse
  3. #CUORICONNESSI (Polizia postale con Unieuro) Spettacolo teatrale con Luca Pagliari
  4. Parole O-Stili, associazione no-profit nata nel 2016 con l’obiettivo di responsabilizzare ed educare gli utenti della Rete a scegliere forme di comunicazione non ostile e per promuovere la scelta con cura delle parole e la consapevolezza che le parole sono importanti
  5. Una vita da social, Campagna educativa itinerante (Polizia Postale – Miur – Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza
  6. iGloss@ 1.1, l’Abc dei comportamenti devianti online
  7. Fondazione Carolina, una fondazione nata dalla volontà del Papà di Carolina Picchio, prima vittima di Cyberbullismo riconosciuta dalla legge.

Come difendersi dal Cyberbullismo.  Il genitore

Oggi il genitore si trova di fronte ad un nuovo tipo di esperienze da affrontare e per il quale non ha un modello a cui ispirarsi. È tutto nuovo, per cui deve affidarsi al suo buon senso.

In genere si fa affidamento su quanto ci è stato insegnato dai nostri genitori, aderendo o distaccandoci dalle varie esperienze pregresse. In questo specifico caso però non abbiamo questa opportunità.

Viviamo quindi un momento educativo nel quale dobbiamo attuare delle scelte senza avere un background da cui attingere, facendo attenzione a come usare in modo corretto i nuovi media digitali. Un vero salto nel vuoto per la maggior parte dei genitori.

Ma questo non significa che mancano dei parametri a cui fare riferimento per affrontare situazioni di bullismo o cyberbullismo o ancora meglio prepararsi in anticipo per difendersi.

Se sei un genitore o un insegnante presta attenzione ai segnali che tuo figlio o un tuo alunno può lanciare. Se noti un comportamento particolare parlane con lui e prova a capire se il problema può essere il cyberbullismo.

Ecco alcuni dei segnali che potresti notare, ma tieni conto che non c’è una ricetta uguale per tutti. Ogni situazione può cambiare.

  • Segni di depressione
  • Non voler andare a scuola
  • Chiedere di essere accompagnati in classe
  • Andare male a scuola senza ragioni plausibili
  • Tornare a casa con libri o quaderni distrutti
  • Tornare a casa senza penne, matite o altro materiale
  • Tornare a casa affamati, perché qualcuno gli ha rubato la
    merenda
  • Chiedere soldi o peggio ancora rubarli, per poi darli al bullo
  • Iniziare a fare il bullo con i fratellini o amici
  • Avere strani lividi
  • Rifiutarsi di spiegare quello che è successo
  • Dare delle risposte evasive per spiegare il motivo della presenza di segni sul corpo

Tieni presente che la maggior parte degli adolescenti e dei bambini non lo ammette mai ai propri genitori e le statistiche mostrano che se lo dicono a qualcuno, è più probabile che sia ad un insegnante particolarmente fidato o ai fratelli maggiori.

Se non riuscite a ricevere risposte soddisfacenti, non proseguire con le domande. Ricorda che eccessive domande sono stressanti e diventano un interrogatorio che molti bambini e adolescenti non sopportano.

Altra opzione da adottare è parlare con l’insegnante per capire se ha notato qualche situazione ‘anomala’. In questo modo metteremo in allerta anche l’insegnante che presterà particolare attenzione su quanto accade in aula.

Come denunciare il Cyberbullo.  Adolescente o ragazzo

  1. Parlane!

La prima cosa da fare è assolutamente parlarne con qualcuno di cui ti fidi: i tuoi genitori, un’insegnante, l’allenatore o un adulto di fiducia. Non tenersi dentro questo problema è fondamentale. Tutti i ragazzi/ragazze vittime di cyberbullismo tra le prime cose che hanno detto è l’errore di non aver parlato prima con i genitori.
I genitori e le persone di fiducia sono sempre pronti ad aiutarti.

  1. Invia messaggi decisi al cyberbullo

Insieme a loro, potrai contattare il cyberbullo e inviargli messaggi forti e chiari per chiedergli di interrompere questo comportamento!

  1. Difenditi con la tecnologia

Ricordati che anche la tecnologia mette a disposizione tanti strumenti per difenderti:

Su Instagram puoi:

bloccare i profili degli altri utenti con l’opzione “blocca profilo”;
eliminare i suoi commenti;
filtrare i commenti che appaiono sul tuo post con “elimina”;
modificare le impostazioni in modo che solo le persone che segui possano inviarti un messaggio diretto.

Su TikTok puoi:

filtrare direttamente i commenti per parole chiave offensive.
Con l’opzione “filtra tutti i commenti” non riceverai i commenti contenenti quelle parole;
bloccare i profili degli altri utenti;

TikTok invia una notifica quando si vuole inserire un commento inappropriato invitando a riconsiderare la pubblicazione.;

TikTok ha anche da poco annunciato la collaborazione con Cyberbulling Research Center, CRC, per sviluppare altre iniziative che contribuiscano a limitare il fenomeno del cyberbullismo.

  1. Richiedi l’oscuramento dei contenuti

Un’altra azione importante da intraprendere è quella di richiedere l’oscuramento, la rimozione o il blocco dei contenuti diffusi per via telematica, che ritieni essere atti di cyberbullismo.

La richiesta viene inviata al titolare del trattamento o al gestore del sito web o del social media dove sono pubblicati i contenuti.
Questa può essere inoltrata direttamente dal minore se ha più di 14 anni oppure da chi esercita la responsabilità genitoriale.
Il titolare del trattamento o il gestore del sito internet o social media ha 48 ore di tempo per rispondere alla richiesta di eliminazione.

Nel caso in cui la richiesta non venga soddisfatta, ci si può rivolgere al Garante per la protezione dei dati personali che si pronuncerà entro 48 ore. Per inoltrare la richiesta, si può utilizzare questo modello per la segnalazione di episodi cyberbullismo.

Sebbene ad oggi non esista un reato specifico di “bullismo”, le condotte poste in essere dal bullo o dal cyberbullo possono essere sussunte nei reati di:

– Percosse (art. 581 c.p.);
– Lesioni (art. 582 e ss c.p.);
– Danni alle cose, danneggiamento (art. 635 c.p.);
– Diffamazione (artt. 594 e 595 c.p.);

– Minacce (art. 612 c.p.);
– Molestia o disturbo alla persona (art. 660 c.p.);
– Violenza privata (art. 610 c.p.)
– Stalking (612 bis c.p.)

E così via.

Per attivare la tutela penale delle vittime da reato, e correlativamente affinché si instauri un procedimento penale a carico del bullo o del cyberbullo per un reato, sarà necessario contattare un avvocato che potrà consigliarvi e seguirvi per tutto il procedimento, oppure sporgere una denuncia o una querela ad un organo di Polizia o ad un’Autorità Giudiziaria.

Potrà essere perseguito penalmente il bullo che:

  • Abbia raggiunto i 14 anni di età.
  • Abbia posto in essere una condotta che, singolarmente valutata, possa essere ricondotta ad una delle fattispecie tipiche di reato già elencate.
  • Al bullo condannato in sede penale potrà essere irrogata una pena detentiva, una pena pecuniaria ovvero altre sanzioni come i lavori socialmente utili, ma dipende anche dall’età dell’autore del reato.

Nel caso in cui la vittima di cyberbullismo dovesse suicidarsi o morire come conseguenza della persecuzione subita, allora il cyberbullo dovrà rispondere di istigazione al suicidio o perfino di omicidio preterintenzionale.

Indicazioni utili per segnalare casi pericolosi e potenzialmente penali

Clicca e Segnala (di telefono azzurro, attraverso questo form è possibile segnalare la presenza in rete di contenuti potenzialmente dannosi per bambini o adolescenti, o illeciti, come il materiale pedopornografico).

StopIt (di Save the Children), è un servizio che consente agli utenti di Internet di segnalare – in maniera anonima – la presenza di materiale pedopornografico online, compilando un form con le informazioni a disposizione (ad es. indirizzo sito web).

Numero unico (Telefono azzurro) 19696

Difendersi dal Cyberbullismo. Conclusione

Quello che emerge da varie ricerche, l’istituzione ceh più di ogni altra sta particolarmente soffrendo e subendo cambiamenti epocali, è senza dubbio la famiglia. I genitori sono in  difficoltà per tanti motivi. In particolare hanno perso la capacità di svolgere il loro ruolo di genitori e adulti educanti.

I giovani di oggi “sono molto più impulsivi” e meno capaci di gestire le emozioni all’interno delle relazioni.
Hanno grande difficoltà a gestire la noia, orientati a condividere tutto e subito, senza pensare alle conseguenze che ricadranno su di sé né tantomeno sugli altri perché poco sensibili a “condividere”, paradossalmente, il dolore altrui. (22 Congresso nazionale della società italiana di psicologia).

La mia ‘proposta’ quasi provocatoria, è quella di far ritornare i genitori a scuola, dove esperti opportunamente preparati, possano insegnare loro come si fa ad essere genitori e di cosa hanno bisogno i ragazzi oggi.

Ci deve essere una simmetria di educazione tra genitori e figli. Fin da piccoli bisogna insegnare e lavorare con i bambini all’importanza dei limiti, l’importanza dei no che aiutano a crescere. L’approccio alle nuove tecnologie avviene inizialmente e prevalentemente in famiglia: la maggior parte del tempo che i ragazzi passano connessi è in casa e purtroppo senza alcun controllo.

Il modo in cui i ragazzi usano le tecnologie viene armonizzato all’interno della famiglia, plasmato dall’uso che il genitore fa del cellulare.

Basti pensare alle foto dei minori sui social network. Buona prassi sarebbe (il condizionale è d’obbligo, vista che questa buona prassi viene puntualmente disattesa) quella di non pubblicare foto dei propri figli, ancor meno quelle dei figli di altri genitori.

Ma spesso accade il contrario: è comune vedere feste di compleanno o eventi in cui vengono pubblicate foto dei propri figli insieme ad altri bambini.

Oltre al fatto che in Italia è vietato e punito a livello legislativo, tanto che un genitore deve -per legge- chiederne il consenso all’altro coniuge, in caso di minore. Ad ogni modo questo comportamento e uso scorretto degli strumenti tecnologici senza seguire un minimo di regole, induce il minore ad una imitazione.

Ti suggerisco l’articolo estratto della rubrica ‘Cybernauti’, in cui la Prof.ssa Tina Chiariello spiega che nelle scuole è prevista la figura del “referente per il cyberbullismo” e che ruoli ha.

A seconda dell’età del bambino o dell’adolescente, la migliore misura preventiva potrebbe essere quella di limitare la tecnologia il più possibile.

C’è una quantità crescente di prove che suggeriscono che i bambini di età inferiore ai 7 anni non dovrebbero avere un accesso troppo ampio e incontrollato a nessun tipo di dispositivo tecnologico.

Il fatto è che questi dispositivi aumentano le possibilità di cyberbullismo, e il mondo online non è semplicemente un posto dove il bambino è libero di ‘passeggiare’ al sicuro lontano dai pericoli.

Inoltre, ci potrebbero essere molteplici conseguenze negative per la salute dei bambini e adolescenti che usano questi dispositivi per lunghi periodi di tempo e senza controllo da parte dei genitori.

A causa della velocità con cui la tecnologia sta progredendo e della presenza di dispositivi digitali sempre più evoluti, recenti studi hanno dimostrato le possibili conseguenze causate dalla continua esposizione a smartphone, WiFi, Tablet e altri tipi di tecnologia.

Se ti è piaciuto questo articolo, fammelo sapere con un tuo commento o riflessione. Iscriviti al mio canale YouTube dove potrai seguire interviste e interventi di esperti insegnanti e professionisti su questi e altri temi legati al disagio giovanile, scuola e famiglia.

Ricorda, il modo migliore per difendersi dal Cyberbullismo come da altri fenomeni che si stanno sviluppando o amplificando grazie a Internet e ai dispositivi mobili, è l’educazione.

Articolo che potresti leggere: “Come prevenire il Cyberbullismo”. Leggilo quì

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