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Adescamento online – Significato e pericoli soprattutto per i minorenni

L’isolamento forzato ha costretto tutti, adulti e adolescenti, a restare a casa. Oltre due mesi di chiusura totale e successive restrizioni hanno allungato il tempo trascorso in rete. Gran parte del nostro tempo è stato utilizzato per vedere film e serie tv in streaming ma anche per giocare a videogiochi online.

Abbiamo provato ad adattare Internet, che in tempi ‘normali’ ha in qualche modo riempito i vuoti delle nostre giornate, in un sistema ancora più ‘reale’ con la speranza, o forse l’illusione, che potesse sostituire completamente ciò che ci è venuta a mancare, ovvero la libertà di stare con gli altri, svolgere attività e relazionarci.

Paradossalmente, lo stare in casa ha portato anche a dei ‘benefici’ soprattutto per i genitori che hanno riscoperto il piacere di stare in famiglia, trascorrere più tempo con i loro figli e conoscere meglio la loro vita digitale.

Chi ha saputo sfruttare questa occasione ha sicuramente toccato con mano e vissuto più da vicino la vita dei loro figli adolescenti, in particolare cosa fanno con i loro dispostovi digitali, con chi parlano, che applicazioni usano e a quali video giochi giocano.

Stare a casa, non poter uscire e svolgere le attività extra scolastiche, ha aumentato senza dubbio l’uso di internet e quindi dei dispositivi digitali, come le chat.

In genere si pensa che il problema dei giovanissimi siano i videogiochi, che ormai sono disponibili non solo su console ma anche su smartphone.

In realtà ciò che permette agli adolescenti e pre-adolescenti di esprimersi, dialogare e relazionarsi sono proprio le chat che sono lo strumento principale di ogni videogiochi online.

Ci sono molte applicazioni concepite per comunicare, vedi ad esempio TikTok e Instagram, varie chat e social network.

I videogiochi moderni oltre ad avere una grafica impressionante, danno la possibilità di collegarsi con persone di tutto il pianeta formando delle vere community, permettono di giocare e conversare allo stesso tempo anche con perfetti sconosciuti.

Da qui nascono problemi anche gravi, fenomeni che conosciamo come Cyberbullismo (ovvero una forma di bullismo online) e l’adescamento online o Grooming, senza parlare di come l’odio online si sia diffuso ancora più rapidamente trovando terreno fertile tra i giovanissimi.

Quest’ultimo fenomeno è poco riconosciuto negli ambienti genitoriali o gli viene dato poco peso; il genitore tende sempre ad avere una fiducia ‘fuori luogo’ verso il proprio bambino e adolescente.

La maggior parte dei genitori pensa ancora erroneamente che lasciare il figlio in cameretta a trascorre il suo tempo in compagnia con la Playstation o lo smartphone sia meglio che saperlo in strada con gli amici ‘senza poterlo controllare’.

Ma ormai è sempre più chiaro ed evidente che questo modo di pensare è assolutamente sbagliato. Dimostra solo un ragionamento distorto, privo di fondamento e soprattutto rivela una forte ‘ignoranza’, una grave mancanza di cultura digitale oltre a poca ‘sensibilità digitale‘ da parte dell’adulto.

L’aumentare del tempo trascorso sui social network e più in generale online, che dall’inizio delle misure di distanziamento sociale per il Coronavirus è cresciuto del’70%, ha spinto molti malintenzionati a scandagliare le piattaforme social o di messaggistica per individuare le possibili prede.

L’attitudine che molti giovani hanno al postare gran parte della loro vita pubblica e privata sulle piattaforme online li espone inconsapevolmente all’attività predatoria e di raccolta d’informazione dei cosiddetti groomer, gli adescatori.

Purtroppo la tecnologia e la ‘crittografia’ (ovvero sistemi di sicurezza che rendono più difficile l’accesso a informazione private da parte di sconosciuti) stanno favorendo questo tipo di attività predatoria poiché “servizi come Whatsapp, Snapchat, Telegram e quelli di messaggistica istantanea vengono scelti come ‘territori di caccia’ dove tentare l’aggancio delle potenziali vittime, privilegiando quei social network che rendono tecnicamente più difficile l’identificazione”, precisa la polizia postale.

Adescamento online di minorenni e significato

Riporto parte di quanto afferma la Polizia Postale sul suo sito in un’articolo dedicato a questo argomento:

Gli adulti che hanno interesse sessuale verso i minori conoscono molto bene il mondo dei giovani e, per questo, chi è particolarmente interessato a preadolescenti e adolescenti sfrutta l’attuale forte coinvolgimento delle nuove generazioni, la tendenza al narcisismo e al presenzialismo tipico dell’età, la curiosità sessuale, per avviare relazioni via web.

L’adulto abusante, spesso indicato come groomer, mira a costruire un legame “pseudo affettivo”, farcito di emoticons, linguaggio edulcorato e fantasie di innamoramento, per preparare il terreno a richieste di immagini sessuali, induzioni a atti di autoerotismo, sino ad arrivare a proporre un incontro sessuale off-line. 

La forte diffusione in Italia della connettività tramite mobile e la forte attrattiva esercitata dai social network sui giovani hanno spinto progressivamente gli abusanti a privilegiare i contatti via web, anche per la poca discrezione e la scarsa diffidenza che le nuove tecnologie inducono nei ragazzi stessi, spesso poco controllati dai genitori e labilmente consapevoli della qualità e della quantità di informazioni personali accessibili in rete.

La localizzazione automatica di foto e post sui social, l’abitudine alla condivisione di informazioni private, la connessione h24, rendono la navigazione e la socializzazione dei giovani online non priva di rischi reali.

Anche le nuove piattaforme di gioco online sono diventate un luogo virtuale dove la proverbiale conoscenza da parte dei pedofili del mondo giovanile li conduce alla ricerca di ragazzi/e e, ad oggi, anche di bambini.

Se sei un genitore, un insegnante o un educatore, può esserti utile raccogliere maggiori informazioni su questo fenomeno.

Il Dott. Roberto Surlinelli, Direttore tecnico Superiore della Polizia Postale e delle Comunicazioni della Liguria, ha espresso molto chiaramente un concetto importante riferendosi a Internet.

Riporto le sue parole durante un Convegno svoltosi a Rapallo nella Riviera Ligure.

SU INTERNET CHIUNQUE PUO’ DIRE DI ESSERE CHIUNQUE…

“Quando io sono su internet posso dire di essere un bambino o una bambina, il mio interlocutore non mi vede e quindi è tratto in inganno.

Tenete presente che la maggior parte delle condotte che vede un cittadino vittima sfrutta questo concetto. Parliamo ad esempio di furto di credenziali, phishing, adescamento, estorsione di natura sessuale tutti questi fenomeni sfruttano il fatto che su internet tutti possono essere chiunque.”

Che cose’è l’adescamento online

L’adescamento online di minore consiste in una manipolazione psicologica che alcuni adulti possono effettuare per indurre bambini e adolescenti a superare la proprie resistenze emotive e instaurare con loro una relazione intima, anche sessualizzata, attraverso l’uso di chat della rete o social network.

Avere un profilo sui social network significa accedere ad un bacino molto ampio di conoscenze virtuali che non si conoscono direttamente nella vita reale.

Contare tanti amici online o molti follower è sinonimo di popolarità e per questo gli adolescenti aggiungono spesso alla propria cerchia in Rete numerosi “amici di amici”, senza essere pienamente consapevoli del fatto che in questo modo stanno dando accesso a una grande quantità di informazioni private: luoghi che frequentano, foto e molto altro. (Fonte: Save the Children)

Questo li espone potenzialmente a rischi importanti, perché queste informazioni possono essere utilizzate dagli sconosciuti in modo inaspettato e con ripercussioni negative nella vita reale.

Ma è corretto oggi fare ancora una distinzione tra vita reale e virtuale?

Ascoltiamo ancora una volta il Dott. Ing. Roberto Surlinelli, su questo argomento.

Provate a chiedere a vostro figlio: che cos’è virtuale secondo te…. e ascoltate la risposta. E poi decidete se è opportuno continuare ad associare l’aggettivo virtuale ad internet.

Perché se da quando nascono, noi parliamo di internet come di un luogo virtuale, nel loro sub-conscio penseranno ad un luogo che non esiste in cui si possono fare determinate cose senza conseguenze.

Tanto è virtuale che conseguenze ci possono essere in una cosa che è virtuale?

Quindi io ho eliminato questo aggettivo dal mio vocabolario associato a internet o al mondo digitale.

Preferisco usare digitale o mondo fisico al posto di virtuale. Questo perché reale è anche Internet.

E questo è una verità perché tutto quello che faccio in internet ha delle conseguenze nella mia vita e quella delle persone con le quali interagisco, allora sarà virtuale o reale? Sarà reale!

Aiutare i ragazzi a scegliere con cura chi frequentare online – Il rischio di adescamento è alto

Aiutare ragazzi e adolescenti a proteggersi sul web scegliendo con cura chi frequentare online è quindi un compito importante degli adulti che li circondano, a partire da genitori e insegnanti, per tutelarli nella vita fisica e su internet.

Conoscere bene il fenomeno dell’adescamento in rete  o grooming è un primo passo per raggiungere con successo questo obiettivo.

Solo per darvi alcuni dati che aiutano a comprendere l’entità del fenomeno:

Non è solo il numero delle denunce a fotografare l’aumento delle attività sul web dei pedofili. Tra gli indicatori c’è anche la produzione e lo scambio di foto e video. Dal primo gennaio 2020 le autorità italiane hanno sequestrato 108 Terabyte (una cifra spaventosa) di materiale pornografico con minori coinvolti.

Gelida contabilità criminale che nasconde storie di orchi e vittime innocenti.

Dall’inizio del lockdown le attività sospette sono aumentate del 106% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Più del doppio.

Il dato ci riguarda da vicino, perché le piattaforme e i social network più utilizzati hanno sede negli Usa, come WhatsApp, Facebook e i videogiochi online (le chat dei servizi multiplayer, infatti, sono considerate un canale a rischio per l’adescamento).

Si tratta pertanto di segnalazioni che riguardano gli utenti di tutto il mondo, e che poi vengono inoltrate alle autorità dei Paesi di appartenenza.

Dietro all’incremento delle minacce online per i minori, si legge nel report, c’è la volontà dei predatori di sfruttare il senso di isolamento e vulnerabilità di bambini e ragazzi.

Con le scuole chiuse e l’impossibilità di svolgere attività all’aperto passano molte più ore connessi con computer e smartphone senza l’adeguata vigilanza degli adulti, molti dei quali pur restando a casa sono impegnati in forme di lavoro a distanza.

L’esplosione in Italia nelle scorse settimane dei canali privati Telegram contenenti revenge porn e pedopornografia non è un caso.

E non lo è neanche la scelta di TikTok, la social app del momento, di escludere dal 30 aprile la funzione dei messaggi diretti per i minori di sedici anni in modo da disinnescare all’origine la possibile minaccia.  (Fonte: Quotidiano Iltempo)

Sappiate che:

  • Gli adescatori spesso mentono sulla loro età anagrafica, presentandosi alle vittime come coetanei
  • L’escalation di un adescamento è imprevedibile: la relazione virtuale può durare mesi oppure portare ad un incontro nel giro di un pomeriggio
  • I minori più a rischio sono quelli che passano molte ore in rete, soli e senza un controllo

(Fonte: Commissariato di Polizia Postale)

Ancora una volta dunque il mondo degli adulti, e mi riferisco in particolare a quello educante dove i genitori svolgono un ruolo fondamentale, ha l’obbligo di affiancare ed educare i ragazzi fin da quando sono bambini ad un uso corretto e consapevole della rete.

Questo è un primo passo fondamentale da compiere, la premessa ad un lavoro progressivo da fare durante tutte le fasi di crescita dei bambini.

Se un genitore non si rende conto lui per primo che internet è un mondo in cui i ragazzi vivono, se non percepisce l’importanza di dover studiare il linguaggio di questo ‘ambiente’ e imparare a viverlo, cosa dirà ai suoi figli, o in quale linguaggio parlerà e si esprimerà rivolgendosi ai propri studenti?

Cari genitori dunque, dovete riprendere a studiare non per diventare dei tecnici o degli informatici, anche se doveste arrivare a fare grandi progressi, non raggiungerete mai i livelli dei vostri ragazzi.

Ma potete ridurre quel ‘gap’ generazionale e di linguaggio che vi avvicinerà di più al loro mondo permettendovi di riacquistare la loro fiducia e diventare i loro influencer.

Noi adulti dobbiamo rivestirci di umiltà e lasciare che siano i nostri figli o studenti a svolgere a nostri favore il compito di digital coach.

Dimostriamo loro che desideriamo capire di più del loro mondo, cioè che cosa fanno in internet e quali sono le app che usano più volentieri.

Installiamole sui nostri dispositivi, lasciamo che ci spieghino come si usano e cominciamo a sperimentare.

Questo è il sistema più significativo e sincero che possiamo usare per dimostrare ai nostri ragazzi che, le regole che condivideremo con loro in qualità di genitori, nascono dalla nostra esperienza diretta con gli stessi strumenti.

Crismer La Pignola

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